questa domenica ce ne siamo andati a zonzo per il Pinone. Una bellissima uscita baciata dal sole in compagnia di buonissimi amici. Con me c'era Marco (che si sta allenando per difendere il secondo posto che abbiamo tenuto lo scorso anno al TAW), il Gaggio (in una forma oserei dire dopata) e Federico (una certezza sul percorso).
Parto subito con una doverosa premessa che mi è costata una discussione, seppur in toni sempre contenuti e piacevoli, su un altro Forum. Questa, a mio avviso non era un trail ma una piacevolissima corsa in natura. Proprio sulla differenza di questi termini si è aperta una breve discussione che mi ha permesso di dare ed esprimere un'idea ancora più chiara sulla differenza tra le due cose.
Diciamo che, tanto per far capire, la corsa in natura la considero la perfetta via di mezzo tra un Trail e una corsa stradale. Si tratta di quelle strade, sempre comunque carrabili sebbene con limitati tratti di asfalto e con svariate presenza urbane lungo il percorso, che portano un buon impegno fisico e muscolare (un po' di pendenza insomma) che sono "lontane" dai centri urbani ma che sono completamente immerse nel verde. Sinceramente qualcuno storgerà il naso ma che ci posso fare? può leggere un altro blog più senziente del mio ^_^
Il giro del Pinone è questo tipo di via di mezzo, sicuramente ben più vestito di un'impronta Trail rispetto a corse come l'Eco di vald'Orcia ma comunque legata ad un'impronta molto urbanizzata e con strade (talvolta asfaltate o cementate) dove è facile trovarsi automobili o altri mezzi a motore.
intendiamoci, il giro l'ho proposto io quindi di stradaiolo aveva poco e nulla e i paesaggi che si potevano ammirare erano tali da sopperire a qualsiasi mancanza, però sarebbe erroneo ed esagerato chiamarlo trail.
La partenza dal centro storico di Carmignano e le scalette che, su tratta erbosa, portavano in vetta al castello sono stati un ottimo inizio. E anche la vista dalla passerella del castello non era niente male.
Alcuni tratti di asfalto e una discesa ripida su sterrato ci hanno poi portato ad attaccare la lunga e dura salita che porta verso Pietramarina (in vetta al Pinone)
un traverso in asfalto, con panoramiche su campi di olivi e sulla piana empolese ci ha poi portato all'incrocio con il Ristorante "Il Pinone" dove è cominciata la discesa, questa ASSOLUTAMENTE TRAIL, verso un piacevole nucleo di case immerso nel verde.
Che pace e tranquillità si poteva respirare in questi borghetti e quanto tepore trasmetteva quel sole spesso velato dalle nuvole...
Altra salita che costeggiava un laghetto, un passaggio in pieno campo da coltivazione e poi l'ultimo tratto in asfalto fino a raggiungere il luogo di partenza.
Bel giro veramente, un ottimo modo per avvicinare gli stradaioli al trail senza rendere il passaggio traumatico. BELLO BELLO E ANCORA BELLO ^___^
bellissima uscita quella di questo Sabato in compagnia di vecchi amici (il Gruppo Come On) e nuovi aggregati (Adeile e Giuseppe)
Come ormai in molti sapranno amo correre in montagna ma questo non vuol dire che non sia prima di tutto un camminatore appassionato di mete nuove e di panorami montani.
E vi assicuro che oggi di panorami ce n'erano e anche molti.
Quello fatto è un anello che da Sant'Agata si snoda in salita verso l'Osteria Bruciata e poi, attraversando il crinale (GEA) arriva fino al Passo del Giogo. Da qui si può chiudere il giro scendendo con il sentiero n°42 a Sant'Agata.
Beh vi assicuro che per quanto era duro il tragitto non si disdegna certo di scendere direttamente con il 42 ^_^
tra l'altro questo Anello l'ho percorso sia a cammino che a Corsa e vi assicuro che in entrambi i casi riserva delle grandi soddisfazioni ma anche un tremendo impegno fisico. Del resto 1600 mt di dislivello in 27 km non sono una barzelletta.
Ma partiamo dall'inizio. Si lascia il paese su asfalto tornando in direzione di Galliano e si prende, subito dopo un ponticino, una deviazione a destra (segnaletica CAI) che per un po' si snoda in salita su Bitume. Ma non dura poi così tanto perchè fatto 1,5 km parte la strada bianca che immediatamente dopo diventa sentiero.
tanto fango ma anche sole, vento, caldo, freddo e pioggia sono stati i nostri compagni (della serie ci mancava solo la neve) ma tutta la ciurma si è comportata BENISSIMO.
Mentre si sale però è necessario porre attenzione ad una deviazione che si incontra lungo il sentiero dove la segnaletica CAI si divide in due. Da una parte punta a sinistra (si vede attaccato anche un cartello bidirezionale con la scritta FI-BO) e dall'altra il sentiero che continua a salire. Come è noto la salita che va da Sant'Agata all'Osteria Bruciata è una parte della Via degli Dei che unisci bologna a Firenze quindi verrebbe istintivamente di prendere il sentiero di sinistra. SCORDATEVELO E PROSEGUITE DRITTO. Sennò fate come il sottoscritto che da esperta guida ha costretto i partecipanti a un fuori percorso hi hi hi hi
Il CAI di Firenze non sembra molto aggiornato su quella parte della sentieristica :p
La salita comunque continua attraversando anche vecchi nuclei abitatitivi sicuramente usati in transumanza e poi arriva al passo dell'OSteria bruciata. Piacevoli i panorami soprattutto dal versante del mugello con la diga che non smette mai di apparire all'orizzonte. Piccola sosta con foto di gruppo e poi si prende lo "00" direzione Giogo.
Chi si aspetta di essere ormai in cresta e di attraversare il crinale senza difficoltà se lo scordi: E' UN CONTINUO SALISCENDI CON TRATTI ESTREMAMENTE PENDENTI. E lo sanno bene i partecipanti di questo sabato che sicuramente avranno tirato un bel po' di madonne al sottoscritto (che ovviamente per evitare di sentirsele tirare è andato avanti in solitaria)
lungo questo tragitto si deve comunque cercare di mantenere sempre la cresta perchè lungo la strada si incontrano un paio di deviazioni a destra che riporterebbero direttamente a valle.
Una breve sosta al Giogo per rifocillarsi e poi via in discesa su una carrabile molto semplice e disegnata appositamente per alleviare le fatiche sofferte fino a quel momento.
Alla fine la girata è stata difficoltosa e impegnativa ma sicuramente un ottimo banco di prova in vista del DPAP. Unica pecca, che ahimè andrà peggiorando nei prossmi mesi, è la presenza lungo il percorso di arbusti e rovi che, ovviamente, il CAI di Firenze non va a togliere :(
Peccato perchè vi assicuro che questo è un percorso bellissimo da fare a Cammino ma altrettanto bello e IMPEGNATIVO da fare a corsa. Io ci sono stato 2 anni fa in scarpette da Trail e non bastano certo 3 ore per affrontarlo tutto. Anzi, per chi vuole io propongo una ulteriore deviazione (il gruppo mi ha PROIBITO DI FARLA PERCHE' ERANO STANCHI =_=). Quando si sta scendendo verso Sant'Agata si incontrano vari incroci. Al primo si tiene la Destra (anche perchè se si va a sinistra si vede chiaramente che si scenderebbe su strada asfaltata) mentre al secondo incrocio si può andare a sinistra per la strada forestale (quella che abbiamo fatto noi ed identificata come n° 42) oppure proseguire dritto con la strada che risale lentamente. Per chi ha voglia consiglio di fare questa seconda scelta che permette di affrontare ancora un po' di sano sentiero (stavolta di mezza costa) prima di scendere, sempre attraverso sentiero, verso Sant'Agata.
Meno asfalto e più dislivello CHE BELLO SLOGAN ^___^
Prima di parlare della gara devo fare subito una premessa. UN COMPLIMENTO DI CUORE AGLI ORGANIZZATORI, che hanno preso un evento "edizione zero" e sono riusciti in pochissimi mesi a trasformarlo in una prima edizione. Il tempo non ha certo aiutato ma ha dimostrato quanto siano stati attenti alla logistica della gara gli organizzatori. Segnalazioni lungo percorso perfette nonostante il tempo avverso e la scarsissima visibilità, coraggiosa ma INTELLIGENTE la scelta di diminuire il percorso per pericolo cadute (anche io ho ringraziato ma solo perchè m'hanno detto che la terza era la salita PIU' DURA :lol: :lol: ). Il pregara non è stato esaltante secondo alcuni ma ricordo ancora che la corsa è stata tirata su in sordina e in pochissimo tempo quindi andava fin troppo bene ;) Il pasta party (DEGNO DI ESSERE CHIAMATO TALE) era a base di trofie al pesto buonissime e un bell'arrosto ed è stata la dimostrazione di come, con una cifra contenuta, si possa ancora organizzare eventi di un certo peso!!!! Anche sulla doccia hanno provato a diventare i migliori ma non sono ancora all'altezza della doccia del CASTO (a buon intenditor poche parole vero Mau :lol: :lol: ).
Sul percorso un paio di critiche però ce le ho ovviamente (mica poteva essere tutto rose e fiori) -ragazzi RINGRAZIATE SIA STATO BRUTTO IL TEMPO altrimenti con i ristori che c'erano la gente sarebbe morta disidratata lungo il percorso. Con un dislivello e una distanza del genere meglio abbondare che deficere -è vero che l'asfalto era poco ma i passaggi a mezzacosta su cemento erano infiniti :shock: E' comprensibile comunque dato che la Liguria è praticamente Appennino puro e l'edilizia segue la geomorfologia dell'area. In compenso le restanti parti, quelle trail, le definirei TRAIL. All'ultimo dislivello positivo mi sembrava di essere a fare la salita del Prunaio al DPAP e vi assicuro che è una salita del Belin!
La compagnia poi è stata ottima con i Toscanacci certo ma anche con Emilio e Mogliera e una sacchettata di genovesi con cui ci siamo divertiti tanto. Semmai salutatemi la cameriera della "risacca" che ormai credo mi sogni anche la notte
BHAUHAUHAUHAUAHUAHAUHAUAHU
vi lascio al percorso e alle foto (non capisco perchè ma nella slideshow sono sfalsate di una posizione mentre se le cliccate normalmente si aprono nel punto giusto. Boh)
Sono a letto ormai e osservo il soffitto bianco sopra di me. Ma in realtà il mio sguardo non si sta soffermando su questo muro di mattoni ma sembra spaziare oltre, utilizzando la superficie monocromatica come uno sfondo sul quale proiettare delle scene, delle immagini palpabili e reali.
Vedo davanti a me dei binari ed il treno che si allontana. Guardo l'orologio un po' adombrato e farfuglio parole incomprensibili.
Ma in cielo non c'è una nuvola, il sole sta per fare capolino dalle vette dei monti e intorno a me c'è un panorama sfumato, di un bianco candido dovuto alla tanta neve presente.
Sono a Pracchia, il mio collega di viaggio ha perso il treno e ad aspettarmi c'è solo un tenero gattone che mi guarda con occhioni mansueti cercando una carezza dall'unico essere umano incontrato.
Non può che uscirmi un lieve sorriso di contentezza per questo istante quasi idilliaco dove il mio carattere più recondito, quello contemplativo, quello solitario, può emergere senza bisogno di nascondersi agli occhi del mondo.
Un bel sospirone liberatorio e la mia mano sfiora il Garmin: "Timer Avviato".
i primi 2,5 km saranno di asfalto in salita, penso tra me e me, ma in realtà il bitume lo perdo dopo neanche 500 mt perchè comincia la neve e con essa le prime avvisaglie.
Correre su questo strato ancora basso di neve (10-15 cm) è fattibile ma già doverosamente impegnativo soprattutto perchè davanti a me non vi è traccia alcuna di passaggio se non quella di animali in cerca di cibo.
Uno scoiattolo nero mi osserva prima di salire rapidamente su un albero e la luce comincia a filtrare tra le foglie. Anche il suono dei miei passi è ovattato dalla neve: una sensazione di piacevole silenzio.
Continuo a salire ma di correre non se ne parla proprio. La neve ha già raggiunto i 20 cm quando supero una curva e mi trovo uno spettacolo imponente quanto devastante. Non solo la strada per almeno 150 mt ma anche il versante della montagna è franato a valle aprendo una voragine tremenda che poco lascia all'immaginazione sulla violenza del movimento verificatosi.
Credo che a questo punto il 90% dei podisti che conosco sarebbe già tornato indietro decretando l'uscita come un qualcosa da rifare più avanti, quando le comodità aiuteranno a superare le difficoltà. Ma ormai chi mi conosce lo sa: amo in maniera quasi indiscriminata la montagna e lo Spirito trail quindi ben vengano fuori pista e tratti dove sporcarsi le mani di fango.
E così eccomi ad aprire una strada scalando, è proprio il caso di dirlo, il versante sopra-frana per raggiungere il crinale e sperare così di poter aggirare l'ostacolo. In questo mio pioneristico ascendere ho rischiato anche di rimanere fermo lì tutto il giorno, ma non certo per paura di cadere ma semplicemente per un cervo che a meno di 2 metri, mi ha guardato dritto negli occhi per quasi un minuto e, appena ho tirato fuori la macchina fotografica si è dileguato con una grazia tipica di un abitante dei monti.
Sono rimasto immobile così per un po' e quasi mi sembrava di non respirare da quanto volevo fermare il tempo ed assaporare quell'incontro così ravvicinato.
Caspita questa giornata è cominciata veramente alla grande e quasi non riuscivo ad avvertire la fatica del muoversi nella neve. Ma quest'ultima è arrivata presto credetemi. Sono bastati altri 500 mt e poi, superato un ruscello, eccomi a percorrere un muro continuo di neve che variava tra i 30 e i 60 cm. E questo per 22 LUNGHI km.... (se il 90% dei podisti che conosco si sarebbero ritirati alla vista della frana credo che qui avrei perso una fetta consistente del restante 10% ^___^ )
che sensazione ho provato durante questo tratto? non saprei spiegarlo neanche io. Era un misto tra stanchezza (è veramente dura camminare nella neve alta per 20 e passa km soprattutto se sei te ad aprire la pista), "disperazione" (intesa come difficoltà evidente ed oggettiva nell'andare avanti) e gioia (per gli angoli meravigliosi che mi si mostravano)
Alla fine però solo felicità se a questo si aggiunge il fatto che dopo 13 km il mio compagno di corse mi ha raggiunto e quindi abbiamo potuto attraversare il resto dei sentieri insieme dividendo quindi fatica ma anche le gioie del percorso.
E come sono rimasto contento nel leggere, dal suo sguardo, l'ammirazione per un percorso che non aveva mai fatto e che si è dimostrato così vario e piacevole.
All'inizio il "33" che sale sale senza sosta fino al passo di piastreta per incontrare lo "00". In questo punto il panorama si apre e devi per forza fermarti un attimo a rimirare la valle disegnata dai profili dei monti. E poi eccoci qui, sul sentiero GEA (Grande Escursione Appenninica) attraversando il passo della Collina per poi scendere agli acquiputoli. Sosta-pranzo e poi via, nuovamente in salita per arrivare al confine provinciale, finalmente a casa, là dove il Masi ogni anno a Maggio ci attende con i suoi banchetti. un attimo per respirare l'aria del luogo, il piacere del ricordo e poi di nuovo in marcia sul "10" direzione Prato lungo il sentiero del Da Piazza a Piazza fino a Santa Lucia.
Ragazzi, che piacere immenso che si prova a sentirsi a casa, a sentire che i tuoi piedi battono su terreno conosciuto. Riesci quasi ad avvertire la linfa vitale degli alberi che ti accompagna durante la tua pedalata e questo ti permette di assaporare meglio i trememndi km passati ad ansimare sulla neve fresca pregando che ogni tanto ti dia tregua per sciogliere un po' i muscoli.
Km e Km di neve, di sentieri, di panorami resteranno sempre impressi nella mie memoria e ogni tanto, credo proprio, che osservando questo soffitto, ricorderò con piacere le emozioni che ho avvertito quel giorno.
Pracchia-Prato un percorso che mi regala ogni volta grandi emozioni!
è vero che questo week end non ho corso (e così mi ritroverò ad andare a correre il 15 Marzo dopo 17 giorni di stop completo O_o) ma non vuol dire che non abbia pensato alla Montagna ^_^
Sabato e Domenica sono state all'insegna della fotografia (avevo organizzato un raduno fotografico a Firenze) ma ho trovato comunque il tempo di organizzare una cena con un personaggio importante del consorzio sciistico dell'Abetone. Si tratta del Presidente del consorzio al quale ho proposto una mia idea. E LUI L'HA CONDIVISA ALLA GRANDE!!!!!!!!!!!!
Come qualcuno di voi già sa a giugno organizziamo un TA di due giorni (si può venire anche solo uno dei due giorni) che da Prato ci porterà all'Abetone passando per il crinale e con tappa intermedia a Pracchia.
Il tutto nasce come TA ma mi/ci siamo domandati: perchè non renderlo un EVENTO? del resto il percorso c'è (E CHE PERCORSO CREDETEMI CON UNA VARIETA' DI AMBIENTI INCREDIBILE) e la voglia di organizzare anche dato che disponiamo del supporto logistico del principale gruppo dell'Abetone.
Morale della favola. Il TA Prato-Abetone resterà un TA per quest'anno ma assume un connotato diverso. E' più facile identificarlo come un'Edizione Zero ^_^
o vediamo se si riesce a fare il primo Ultra trail anche in Toscana. Un percorso così se lo sognano in diverse parti d'Italia credetemi.
Partire da una città a quota 70 mt e, dopo 150 mt lasciare la civiltà per immergersi nel bosco e raggiungere vette intorno ai 2000 mt è un percorso che non lo si trova da molte parti ^___________^
Il primo giorno si arriverà a Pracchia e ahimè 3-4 km di Asfalto (su circa 40 km) ci toccano ma il secondo giorno l'asfalto ce lo scordiamooooooooooooooo hi hi hi hi CHE BELLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO