Bella, bella e ancora bella. Non ho altre parole per definire quella che a mio giudizio rappresenta la più bella corsa che ho fatto nella nostra zona.
Qualche km di asfalto e tantissimi km di sterrato hanno animato questa avventura che ci ha portato in alcuni degli ambienti più suggestivi della valle del Bisenzio. Non me ne vogliano gli amici lucchesi ma secondo me questa corsa è superiore anche a Porcari anche se i ristori non possono essere neanche paragonabili.
E parliamo subito dei ristori: ben curati e pieni dell'essenziale (frutta, acqua, zuccheri e the) ed anche del superfluo che non fa certo male a chi, contrariamente al sottoscritto, ha deciso di passeggiare con tranquillità. Al ristoro del 15esimo mi sono trovato davanti ad una scelta difficile infatti: continuare a correre alimentandosi dello stretto necessario o fermarsi a mangiare un bel toast con Uovo all'occhio di bue? magari aggiungendo anche una bella cioccolata calda o Latte e menta? domanda veramente difficile ma ho dovuto veramente superare me stesso per riuscire a continuare a correre. Morale della favola non possono essere confrontati con i ristori di Porcari, estremamente più particolareggiati, ma vi assicuro che in zona non se ne vedono di ristori così belli.
parliamo allora della corsa: 26 km REALI (il mio GPS dice 25,870 km) di strade incantevoli tutte in sinistra di Bisenzio. La partenza è da Piazza Mercatale e subito si comincia a capire cosa ci aspetta perchè in meno di un km ci troviamo ad affrontare la salita dei Cappuccini. Sarebbe bello fosse finita lì ma ahimè la strada continua a salire costantemente attraversando Filettole, proseguendo per la via che porta a Valibona e arrivando fino a Faltugnano.
Da qui si procede verso Fabio e si sale ancora per un po' fino a che non ci si trova difronte ad una discesa veramente difficile su asfalto che porta all'altezza della Tignamica in prossimità della linea ferroviaria FI-BO.
Da questo punto un cristiano normale penserebbe che non ci sia niente di male a proseguire tutto lungo pista ciclabile per tornare a Prato ma ahimè, i simpaticoni dell'organizzazione hanno ben pensato di dare un significato pieno al titolo della manifestazione. Ed eccoci quindi difronte ad una nuova ascesa fino a gamberame che attraverso continui saliscendi ci porta finalmente alla zona del Ponte Datini che segna la fine delle ostilità montane. Adesso mancano soltanto gli ultimi due km e poi finalmente siamo arrivati (con un tempo di 2 h 26' 24'' che dovrebbe dirla lunga sulla difficoltà del tracciato dato che la Maratona di Roma l'ho corsa tutta con un passo di circa 50'' più veloce)
Ahimè la mia conoscenza di quesi posti non è tale da sapere il nome di ogni località ma vi assicuro che si attraversano luoghi veramente incantevoli che poco o niente hanno da invidiare a quelli proposti dal circuito delle tre provincie.
Volendo fare un appunto a questa edizione direi che l'organizzazione, fermo restando la bellissima assistenza fatta durante tutto il percorso, ha un po' peccato quando si trattava di punzonare gli atleti lungo il percorso penalizzando di fatto la correttezza per quanto riguarda il campionato stramarciatore. Per il resto non posso che fare i complimenti.
Certo non c'è paragone neanche con Da Piazza a Piazza che, a mio giudizio, rappresenta la più bella manifestazione dell'appennino centrale per quanto riguarda la montagna ma è comunque in grado di reggere il confronto di qualsiasi altra manifestazione sportiva della zona.
Morale della favola do un bel 8/10 a questa corsa e spero di poterla fare anche negli anni avvenire.
domenica 30 marzo 2008
lunedì 24 marzo 2008
Maratonina di Prato 2008
Ovvia giù, è arrivato il grande giorno!!! Finalmente si corre la Mezza a Prato, e c’è tutta l’emozione come fosse la prima gara. In realtà non lo è, ma visto che ho ricominciato a correre solo a Gennaio c’è questo sapore.
La giornata non è delle migliori per correre, il cielo è plumbeo e l’aria profuma di pioggia, ma la corsa si svolge con qualunque condizione metereologica, quindi… inforco il cappellino, gli occhiali e le mie scarpe e mi preparo!
La condizione fisica è purtroppo scarsa. La sciatica mi ha tenuto fermo 3 settimane. Quella precedente la corsa, poco running, solo 3 sedute brevi in palestra e con tanta paura di farsi ancora male (accidenti agli incidenti alla schiena). Ma ormai mi sono iscritto, ho pagato i €10,00, e la corsa va fatta in tutti modi è questione d’orgoglio!
Dopo un breve riscaldamento è l’ora della partenza. Viale Piave è pieno di podisti, pubblico scarso vista la pioggia, ma si vedono tanti amici, vecchie conoscenze, e quello lì che non ti saresti mai aspettato di vedere con le scarpe da running ai piedi pronto per una mezza! Che bel mondo il podismo. Si parte sotto una leggera pioggerellina e mi affianco ai palloncini celesti da 1 ora e 55 (avevo detto di farla in 2 ore, ma mi sento bene…). Il primo km è da record (4’58”, questi palloncini corrono un po’ troppo…), e la pioggia non smette. Si attraversa Prato, si passa vicino a casa della fidanzata, dentro le mura, di nuovo davanti al Castello dell’Imperatore, il Comune, San Domenico con il primo ristoro. Qualcuno applaude, qualcuno ti guarda stralunato, e purtroppo la classica nota dolente: gli automobilisti che non sanno aspettare e suonano il clacson rumorosamente non per incitare ma per inveire!!! Ma coi miei compagni di corsa non abbiamo orecchi altro che per il nostro passo! A proposito di passo, qui si continua a guadagnare secondi sulla media, al 9° km siamo quasi un minuto avanti e i palloncini decidono che è giunto il momento di darsi una regolata e rallentare. Urge una decisione: continuo con loro e rallento o vado per i fatti miei? Prevale la seconda scelta, sono troppo carico, so che ce la posso fare!!! E allora via per una cavalcata solitaria al grido di: “un altro km, un altro km!” E i km passano! Ponte Petrino, Viale della Repubblica, la declassata con le sue rotonde e i sottopassi (ganzo, un s’era mai fatta a piedi!), e via di nuovo per il centro per l’ultimo giro, proprio mentre arriva la terza classificata della gara femminile (il vincitore è già passato da un pezzo… ma in fondo l’importante è terminare la corsa) e io ho ancora 7 km davanti. Il passo è buono, siamo sui 5’10” e i palloncini gialli dell’ora e 50’ sono lì davanti, la tentazione di riprenderli è forte, ma ho già visto troppi infortunati e non voglio rischiare, in fondo l’obiettivo è di arrivare al traguardo. Intanto la pioggia ha smesso e si corre più volentieri. Siamo quasi in fondo, si gira sul ponte Datini, si prosegue per la Pietà e fino alla Stazione e si rientra verso viale Piave. Ci sarebbe l’ultimo km e il rush finale, ma le gambe dicono che non è il caso, meglio accontentarsi! Tagliano il traguardo i palloncini gialli e, rabbia!, poco dopo anch’io! 1:51:12 tempo ufficiale, 1:50:57 quello rilevato col mio fedele cronometro. Non male, sono contento e abbastanza soddisfatto, l’obiettivo principale è stato raggiunto, ma le gambe sono diventate pesanti; sarà meglio correre ai ripari con dello stretching ed un bel massaggio cinese, offerto dall’organizzazione! Già, l’organizzazione: bravi! Si può migliorare, certo, ma perché stare lì a vedere cosa non andava, quando hanno fatto passare una bella (peccato per il meteo avverso…) mattinata a 1000 appassionati podisti? Avanti così!
La giornata non è delle migliori per correre, il cielo è plumbeo e l’aria profuma di pioggia, ma la corsa si svolge con qualunque condizione metereologica, quindi… inforco il cappellino, gli occhiali e le mie scarpe e mi preparo!
La condizione fisica è purtroppo scarsa. La sciatica mi ha tenuto fermo 3 settimane. Quella precedente la corsa, poco running, solo 3 sedute brevi in palestra e con tanta paura di farsi ancora male (accidenti agli incidenti alla schiena). Ma ormai mi sono iscritto, ho pagato i €10,00, e la corsa va fatta in tutti modi è questione d’orgoglio!
Dopo un breve riscaldamento è l’ora della partenza. Viale Piave è pieno di podisti, pubblico scarso vista la pioggia, ma si vedono tanti amici, vecchie conoscenze, e quello lì che non ti saresti mai aspettato di vedere con le scarpe da running ai piedi pronto per una mezza! Che bel mondo il podismo. Si parte sotto una leggera pioggerellina e mi affianco ai palloncini celesti da 1 ora e 55 (avevo detto di farla in 2 ore, ma mi sento bene…). Il primo km è da record (4’58”, questi palloncini corrono un po’ troppo…), e la pioggia non smette. Si attraversa Prato, si passa vicino a casa della fidanzata, dentro le mura, di nuovo davanti al Castello dell’Imperatore, il Comune, San Domenico con il primo ristoro. Qualcuno applaude, qualcuno ti guarda stralunato, e purtroppo la classica nota dolente: gli automobilisti che non sanno aspettare e suonano il clacson rumorosamente non per incitare ma per inveire!!! Ma coi miei compagni di corsa non abbiamo orecchi altro che per il nostro passo! A proposito di passo, qui si continua a guadagnare secondi sulla media, al 9° km siamo quasi un minuto avanti e i palloncini decidono che è giunto il momento di darsi una regolata e rallentare. Urge una decisione: continuo con loro e rallento o vado per i fatti miei? Prevale la seconda scelta, sono troppo carico, so che ce la posso fare!!! E allora via per una cavalcata solitaria al grido di: “un altro km, un altro km!” E i km passano! Ponte Petrino, Viale della Repubblica, la declassata con le sue rotonde e i sottopassi (ganzo, un s’era mai fatta a piedi!), e via di nuovo per il centro per l’ultimo giro, proprio mentre arriva la terza classificata della gara femminile (il vincitore è già passato da un pezzo… ma in fondo l’importante è terminare la corsa) e io ho ancora 7 km davanti. Il passo è buono, siamo sui 5’10” e i palloncini gialli dell’ora e 50’ sono lì davanti, la tentazione di riprenderli è forte, ma ho già visto troppi infortunati e non voglio rischiare, in fondo l’obiettivo è di arrivare al traguardo. Intanto la pioggia ha smesso e si corre più volentieri. Siamo quasi in fondo, si gira sul ponte Datini, si prosegue per la Pietà e fino alla Stazione e si rientra verso viale Piave. Ci sarebbe l’ultimo km e il rush finale, ma le gambe dicono che non è il caso, meglio accontentarsi! Tagliano il traguardo i palloncini gialli e, rabbia!, poco dopo anch’io! 1:51:12 tempo ufficiale, 1:50:57 quello rilevato col mio fedele cronometro. Non male, sono contento e abbastanza soddisfatto, l’obiettivo principale è stato raggiunto, ma le gambe sono diventate pesanti; sarà meglio correre ai ripari con dello stretching ed un bel massaggio cinese, offerto dall’organizzazione! Già, l’organizzazione: bravi! Si può migliorare, certo, ma perché stare lì a vedere cosa non andava, quando hanno fatto passare una bella (peccato per il meteo avverso…) mattinata a 1000 appassionati podisti? Avanti così!
domenica 16 marzo 2008
Roma Marathon 2008
Dopo lunghi mesi di preparazione seguendo una tabella da 3 h e 30 min sono finalmente giunto a Roma.
La forma fisica della vigilia non è certo delle migliori a causa di tosse e raffreddore che mi sono beccato il giovedì sera ma tra un pianto ed un lamento ormai è arrivato il giorno fatidico.
Alle 8.30 mi incanalo nella fascia di partenza (la "B") e subito resto meravigliato dall'organizzazione dell'evento. A dividerci dal gruppo successivo di podisti c'è un cordolo di militari che presidiano una linea immaginaria: VERAMENTE BELLO!!!
La temperatura ed il cielo sembrano estremamente favorevoli con nuvole che coprono il sole e temperature abbastanza alte. Non sembra proprio che le previsioni romane di RAI TRE che davano pioggia l'abbiano azzeccata (per fortuna aggiungerei)
Partono prima i Diversamente Abili e poi i Retrorunners, novità assoluta in fatto di maratone. Successivamente sarà la volta nostra ed infine quella dei fitwalker (Anch'essi alla prima esperienza ufficiale sulla 42 km). Lo start è diverso da quanto mi aspettavo perchè il colpo di pistola è stato sostituito da un motivetto che con un conto alla rovescia dà il via a queste 26,2 miglia di corsa.
La mia preoccupazione più grande, i sanpietrini, viene subito confermata nei primi 3 km della corsa. Correre su quel suolo irregolare ma soprattutto duro rappresenta uno scoglio anche per me che sono abituato alle Ecomaratone. Fortunatamente però dopo 15 minuti di agonia lasciamo quell'incerta pavimentazione per una più congeniale strada asfaltata.
Da questo punto comincia una corsa che sinceramente si è dimostrata quanto mai scadente dal punto di vista estetico (quasi esclusivamente strade di periferia e deviazioni dovute alla domenica delle palme nello Stato Vaticano), dal punto di vista dell'atmosfera (ben pochi incitavano nonostante si fosse nel gruppo delle 3h e 30min) e dal punto di vista del percorso (stradine strette per un fiume di 15000 podisti). Tant'era la difficoltà del ristoro a causa del numero di podisti che ho preferito allungare il passo rispetto al palloncino celeste (3h 30min) per poi ricominciare a viaggiare a 4:45 min/km una volta guadagnato 1 minuto sul gruppo: questa soluzione comunque ha dato i suoi frutti perchè mi ha permesso di rifornirmi senza troppi problemi lungo il tracciato pur costringendomi a perdere il riferimento del palloncino.
A limitarmi il disagio ci hanno pensato comunque un'organizzazione di altissimo livello con postazioni di ristoro e di spugnaggio sempre ben curate e pronte a rispondere alle esigenze dei podisti, i retrorunners (spesso a rischio di caduta nella loro marcia a causa di podisti incapaci) che hanno dato un tocco di originalità al percorso, Linus di Radio DJ che mi ha tenuto compagnia dal 14° al 26° km e Richard Whitehead (inglese, disabile privo delle gambe che correva con protesi fino all'altezza bacino) con cui ho scambiato qualche battuta al 28° regalandomi un momento che non dimenticherò mai nella mia vita.
Poi è arrivato il 30° e l'attraversamento del Tevere per la tratta del ritorno e da questo momento in poi sono cominciate le vere difficoltà:
-il vento si è messo a tirare contro portandomi a consumare molte energie per mantenere una media di 4:40 min/km
-la strada proseguiva con alcuni saliscendi affaticando ancora di più i muscoli già provati
-dal 33°km siamo entrati in città e per tutta la rimanente tratta abbiamo dovuto affrontare i temuti sanpietrini che mi hanno messo veramente in difficoltà
in pratica mi sono ritrovato ad entrare nella fatidica crisi del podista intorno al 40° km. Da quel punto ho ulteriormente rallentato con i piedi doloranti per il contuo martellare sulle dure pietre della pavimentazione romana. A dare il colpo di grazia è stata l'ultima salita intorno al Colosseo che sembrava non terminare mai, in pratica nel giro di 7 km avevo perso circa 2 minuti sulla tabella di marcia (il passaggio dei 35km segnava 2h 52 min e 23 sec). Ma quando ero al 41,700 km mi sono visto affiancare dal palloncino delle 3h e 30' che gridava dietro di se:"forza, andiamo, andiamo". Mi sono detto:"No ca**o sta arrivando il palloncino" e a quel punto ho ritrovato la forza per affrontare quegli ultimi metri sui sanpietrini e tagliare il traguardo prima del fottutissimo palloncino chiudendo in 3 ore 29 minuti e 35 secondi (3h29'07'' Real Time)
Alla fine sono riuscito a raggiungere l'obiettivo che mi ero prefisso fissando quello che ad oggi è il mio personale.
Volendo comunque fare un riassunto di questa Maratona posso dire questo:
- 42km estremamente fisici a causa dei sanpietrini e delle strade non certo scorrevoli
- 42km difficili anche dal punto di vista psicologico perchè l'atmosfera ed i paesaggi non ti aiutano ad affrontare la corsa con giusta motivazione. Il centro cittadino rinfrancherebbe ma la pavimentazione sconnessa non ti da tregua
- un'organizzazione stupenda con ristori sempre all'altezza delle aspettative ed una conduzione di percorso invidiabile. E' difficilissimo riuscire a mantenere sottocontrollo un evento da 15000 persone
Iscriviti a:
Post (Atom)