domenica 16 marzo 2008

Roma Marathon 2008



Dopo lunghi mesi di preparazione seguendo una tabella da 3 h e 30 min sono finalmente giunto a Roma.
La forma fisica della vigilia non è certo delle migliori a causa di tosse e raffreddore che mi sono beccato il giovedì sera ma tra un pianto ed un lamento ormai è arrivato il giorno fatidico.

Alle 8.30 mi incanalo nella fascia di partenza (la "B") e subito resto meravigliato dall'organizzazione dell'evento. A dividerci dal gruppo successivo di podisti c'è un cordolo di militari che presidiano una linea immaginaria: VERAMENTE BELLO!!!

La temperatura ed il cielo sembrano estremamente favorevoli con nuvole che coprono il sole e temperature abbastanza alte. Non sembra proprio che le previsioni romane di RAI TRE che davano pioggia l'abbiano azzeccata (per fortuna aggiungerei)

Partono prima i Diversamente Abili e poi i Retrorunners, novità assoluta in fatto di maratone. Successivamente sarà la volta nostra ed infine quella dei fitwalker (Anch'essi alla prima esperienza ufficiale sulla 42 km). Lo start è diverso da quanto mi aspettavo perchè il colpo di pistola è stato sostituito da un motivetto che con un conto alla rovescia dà il via a queste 26,2 miglia di corsa.

La mia preoccupazione più grande, i sanpietrini, viene subito confermata nei primi 3 km della corsa. Correre su quel suolo irregolare ma soprattutto duro rappresenta uno scoglio anche per me che sono abituato alle Ecomaratone. Fortunatamente però dopo 15 minuti di agonia lasciamo quell'incerta pavimentazione per una più congeniale strada asfaltata.

Da questo punto comincia una corsa che sinceramente si è dimostrata quanto mai scadente dal punto di vista estetico (quasi esclusivamente strade di periferia e deviazioni dovute alla domenica delle palme nello Stato Vaticano), dal punto di vista dell'atmosfera (ben pochi incitavano nonostante si fosse nel gruppo delle 3h e 30min) e dal punto di vista del percorso (stradine strette per un fiume di 15000 podisti). Tant'era la difficoltà del ristoro a causa del numero di podisti che ho preferito allungare il passo rispetto al palloncino celeste (3h 30min) per poi ricominciare a viaggiare a 4:45 min/km una volta guadagnato 1 minuto sul gruppo: questa soluzione comunque ha dato i suoi frutti perchè mi ha permesso di rifornirmi senza troppi problemi lungo il tracciato pur costringendomi a perdere il riferimento del palloncino.

A limitarmi il disagio ci hanno pensato comunque un'organizzazione di altissimo livello con postazioni di ristoro e di spugnaggio sempre ben curate e pronte a rispondere alle esigenze dei podisti, i retrorunners (spesso a rischio di caduta nella loro marcia a causa di podisti incapaci) che hanno dato un tocco di originalità al percorso, Linus di Radio DJ che mi ha tenuto compagnia dal 14° al 26° km e Richard Whitehead (inglese, disabile privo delle gambe che correva con protesi fino all'altezza bacino) con cui ho scambiato qualche battuta al 28° regalandomi un momento che non dimenticherò mai nella mia vita.

Poi è arrivato il 30° e l'attraversamento del Tevere per la tratta del ritorno e da questo momento in poi sono cominciate le vere difficoltà:
-il vento si è messo a tirare contro portandomi a consumare molte energie per mantenere una media di 4:40 min/km
-la strada proseguiva con alcuni saliscendi affaticando ancora di più i muscoli già provati
-dal 33°km siamo entrati in città e per tutta la rimanente tratta abbiamo dovuto affrontare i temuti sanpietrini che mi hanno messo veramente in difficoltà

in pratica mi sono ritrovato ad entrare nella fatidica crisi del podista intorno al 40° km. Da quel punto ho ulteriormente rallentato con i piedi doloranti per il contuo martellare sulle dure pietre della pavimentazione romana. A dare il colpo di grazia è stata l'ultima salita intorno al Colosseo che sembrava non terminare mai, in pratica nel giro di 7 km avevo perso circa 2 minuti sulla tabella di marcia (il passaggio dei 35km segnava 2h 52 min e 23 sec). Ma quando ero al 41,700 km mi sono visto affiancare dal palloncino delle 3h e 30' che gridava dietro di se:"forza, andiamo, andiamo". Mi sono detto:"No ca**o sta arrivando il palloncino" e a quel punto ho ritrovato la forza per affrontare quegli ultimi metri sui sanpietrini e tagliare il traguardo prima del fottutissimo palloncino chiudendo in 3 ore 29 minuti e 35 secondi (3h29'07'' Real Time)

Alla fine sono riuscito a raggiungere l'obiettivo che mi ero prefisso fissando quello che ad oggi è il mio personale.

Volendo comunque fare un riassunto di questa Maratona posso dire questo:
- 42km estremamente fisici a causa dei sanpietrini e delle strade non certo scorrevoli
- 42km difficili anche dal punto di vista psicologico perchè l'atmosfera ed i paesaggi non ti aiutano ad affrontare la corsa con giusta motivazione. Il centro cittadino rinfrancherebbe ma la pavimentazione sconnessa non ti da tregua
- un'organizzazione stupenda con ristori sempre all'altezza delle aspettative ed una conduzione di percorso invidiabile. E' difficilissimo riuscire a mantenere sottocontrollo un evento da 15000 persone

Nessun commento:

Posta un commento