domenica 16 maggio 2010

CORRERE DI NOTTE

Siamo lontani ancora dal 5 Giugno 2011 non lo metto in dubbio ma credo sia doveroso cominciare sin da ora a parlare di questo e di altri argomenti che trattano da vicino l'Ultratrail del Malandrino.

Se la corsa in montagna è già di per se una differenza GROSSA rispetto al correre su asfalto tipico della tradizione toscana l'affrontare un percorso di notte come questo è ancora più complesso e non è certo paragonabile, come qualcuno mi ha detto, al Passatore.

Si potrebbero spendere molte parole per descriverne le sensazioni che ne derivano ma vi assicuro che l'unico modo per carpirne la bellezza è provarlo (magari insieme a noi per la terza edizione del TA del kappadocio che si svolgerà a Luglio)

Correre di notte equivale a vivere emozioni uniche, entrare in sintonia con un ambiente insolito ma anche vivere un viaggio interiore forte e formativo. Come ho detto ad alcuni quando si affronta una traversata notturna se ne esce "provati" a livello mentale ma anche più capaci di capire i propri limiti e "forti di testa" (cosa che nelle corse ha sempre una grandissima importanza)

Partire a Mezzanotte da Prato, con un percorso segnato ed un servizio di assistenza come succederà al trail del malandrino, offrirà una serie di sensazioni, immagini e attimi indimenticabili che riempiono il cuore e la testa!!!

Fate conto di essere lì ai blocchi di partenza, frontale in testa e la classica tensione dell'inizio. VIA!!!

un brevissimo tratto di asfalto e poi si comincia a salire per sentieri. In breve i suoni della città verranno attutiti dalla vegetazione e le Luci, sempre più distanti, faranno da cornice nell'affrontare la dura salita iniziale.

Arrivare in vetta al Malaparte, smettere per un attimo di correre e girarsi verso Prato lascia a bocca aperta chiunque credetemi. Le luci di una città conosciuta attraverso le quali rivedere ogni singolo "monumento strutturale" di Prato diventano la tela di un quadro: le vie, i palazzi, i paesini ma anche i centri commerciali ed il Bisenzio con il suo scorrere incessante

Poi si ricomincia a correre e spesso si intravedono tra gli alberi le luci di una città che assomiglia via via ad un lontano ricordo.

Il primo ristoro e poi eccoci qui, al cospetto dello Javello. Ma anche la devastante salita dello Javello viene ripagata dal fantastico panorama che si gode sulla sua vetta credetemi. Qui gli occhi si perdono su un tratto ben più ampio che va ad incontrare Prato ma anche Pistoia e provincia.

Poi inizia il bosco, quello vero, quello chiuso e aperto solo al cielo, dove gli animali sono i padroni incontrastati e si nascondono al passaggio delle nostri luci. Piccole stelle luminose che si nascondono tra gli alberi. Questo forse è il momento più intimo e più particolare di questo viaggio introspettivo, dove ogni suono è ovattato, dove ogni luce della città è assente e dove ti muovi per sentieri che sembrano diventare tunnel. In questo momento si raggiunge veramente un dialogo con se stessi, si è finalmente lontani da ogni distrazione e ci si può concentrare su noi stessi e su quello che stiamo affrontando.

E questi km sembreranno allo stesso tempo un attimo ed un'eternità per la pienezza che se ne respira.

E' arrivato il momento per un'altra sosta, il secondo ristoro, quello che dividerà la provincia di Prato dalla provincia di Pistoia e da qui in poi, dopo un breve tratto, arriverà la lunga traversata laterale, quella dove si è immersi nel bosco, su piccole vette attaccate, con alla nostra sinistra le luci di una città che ormai sembra lontana, irraggiungibile, quasi eterea. Ed i polmoni saranno talmente vivi che alla luce della lampada frontale si potrà vedere il proprio respiro salire e perdersi nell'oscurità!

Forse non mi crederete ma è con forte rammarico che dico a me stesso che ahimè questi attimi son destinati a finire perchè alle 4:30, poco dopo aver lasciato il terzo ristoro, comincerà veramente ad albeggiare e continuerete a correre ebbri di un viaggio così particolare e ricco di sensazioni da lasciarvi per un attimo storditi. Ma anche questo momento è particolare e per certi versi ancora più ricco perchè il bosco si risveglia, ti inonda di sensazioni e di piaceri. Una gioia incontenibile!

Per alcuni Pracchia sarà il momento in cui arriverà questo risveglio, per altri ovvero la maggior parte, Pracchia rappresenterà il momento in cui ormai la notte è passata da un pezzo ed è già un lontano ricordo.



Spero questo mio breve racconto del percorso possa avervi fatto venire la voglia di capire cosa voglia dire fare una Notturna!!!! ma voglio anche darvi alcuni piccoli ma FONDAMENTALI consigli.



La notte è dispendiosa, molto più del giorno credetemi. Soprattutto per chi farà tappa unica partire da Prato forzando l'andatura equivale certamente ad un ritiro lungo il percorso o ad un arrivo non esaltante.

La cosa positiva è che fisicamente si consuma meno perchè si ha meno bisogno di liquidi ma di notte c'è il problema della visibilità.
Le uniche luci a cui puoi appellarti per vedere il percorso sono quelle della tua frontale e di chi magari sta correndo con te in quel tratto. La concentrazione è al massimo perchè si deve stare molto attenti a dove si mettono i piedi naturalmente e quindi si consumano moltissime energie (senza considerare che la notte solitamente si dorme)

Anche l'uso della frontale è fondamentale! Chi fa molte corse di notte preferisce avere un doppio fascio luminoso ovvero la torcia Frontale da tenere in testa e un fascio accessorio posto sul petto o meglio sulla pancia. Questo permette di guadagnare tridimensionalità e mostrare gli ostacoli per la loro reale grandezza. Io utilizzo una singola luce ma sto molto attento a dove metto i piedi perchè è facile inciampare su qualcosa che si riteneva più facile da oltrepassare

quindi DI NOTTE MEGLIO ANDARE PIU' PIANO E FARE ATTENZIONE!
e vedrete che vi godrete questa traversata stupenda ^______^

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