domenica 20 luglio 2008

Skyrace delle Apuane 2008



Al di là di ciò che è accaduto mi sembra doveroso parlare di questa corsa, vuoi per il lato dell'ambiente naturale offerto, vuoi per cercare di dare una sorta di "aiuto" a chi affronterà questa avventura nelle prossime edizioni.

La mia esperienza comincia con il parcheggio agli impianti di Gallicano. Si lasciano le macchine e con un servizio navetta veniamo portati a Fornovalasco per la partenza. Lungo la strada, a sinistra, è possibile vedere una splendida diga ricavata dal taglio delle montagne e poi, giunti a Fornovalasco, si può visitare un paesino tanto piccolo quanto incantevole e suggestivo. Le premesse ci sono tutte ed il fatto che ovunque mi giri le strade puntano verso l'alto mi fanno capire che qui sarebbe bene fare un minimo di riscaldamento o prenderla sul tranquillo all'inizio. Scelgo la seconda strada e, vista l'assenza di idee bellicose in questa corsa che non conosco, ho fatto la scelta più giusta. Anche perchè la partenza è attraverso un piccolo arco che porta ad un sentiero single tracker.

Da questo punto parte una continua salita in mezzo al bosco con pendenza costante che, ad energie ancora fresche, risulta corribile su tutta la tratta anche se con buon dislivello. Ma gli alberi sono destinati a finire e arrivi su crinale e da qui capisci perchè le Apuane sono chiamate Alpi anche se i portabandiera del CAI Sede Centrale denigrano tanto questa denominazione. Intorno a te immense montagne dalle vette tipicamente dolomitiche che cadono quasi verticalmente verso la Piana Viareggina.

E' sicuramente giusto soffermarsi un attimo ad ammirare questa incantevole visione ma si deve proseguire. Parte dunque un passaggio in cresta dal panorama mozzafiato e corribile quasi ovunque che porta fino ad un pezzo storico delle apuane: il Monte Forato. Che sensazione stupenda passare accanto all'arco che contraddistingue questo monte!!!!

Da qui comincia la discesa verso il Rifugio del Freo che rappresenta uno dei punti più tecnici in quanto ci sono vari passaggi su roccia attrezzati con corda. A prima vista non sembrano troppo impegnativi e si riesce a superarli abbastanza bene ma, e ormai la realtà ci è testimone, questo tratto può essere fatale [un pensiero va al nostro amico Giuseppe ed in particolare alla famiglia che lascia... forza sempre e comunque!!!]

Una volta giunti al Freo è bene sostare un attimo a recuperare le energie perchè ormai il cancello delle 2h e 10' è superato e, dopo aver percorso per un brevissimo tratto lo stesso sentiero che ci ha portato al rifugio, inizia la salita più dura, quella che porterà, dopo una tremenda rampa, in cima alla Pania della Croce. Su questo punto non si può dire altro se non rimanere con la bocca spalancata ad ammirare il paesaggio e le gigantesche montagne tipicamente dolomitiche che si vedono.

Bene fermarsi un attimo a riprendere fiato e prepararsi però perchè da questo punto comincia la discesa attraverso la Valle dell'Inferno ed il suo nome è abbastanza azzeccato visto che la discesa è estremamente tecnica almeno per il primo tratto con rocce prive di qualsiasi stabilità.

Lasciata questa aspra Valle si giunge al rifugio Rossi e da qui di nuovo giù, attraverso boschi alternati a leggeri tratti di mulattiera e asfalto fino a 2 km dall'arrivo [in tutto sono 11 km di discesa continua che può portare facilmente ad errori e che ha fatto diversi infortunati all'arrivo con cadute anche rovinose tra cui quella del sottoscritto].
A 2 km ci si trova davanti ad un muro in salita dove i crampi silenti si fanno alla fine sentire per chi è poco allenato o come me esce da una 42 km la settimana prima e si è ritrovato a fare gli ultimi 10 km zoppo con dolori al ginocchio rovinato da una caduta. Ed infine si raggiunge l'asfalto, l'ultimo km di asfalto che passando davanti alle Grotte del vento [attrazione turistica del luogo] ti porta fino a Fornovalasco dove un ottimo ristoro attende coloro che hanno concluso questa grande fatica.

4h e 3' è il mio tempo ma la prossima volta ci metterò molto di più. Forse non mi basteranno 10 ore ma per lo meno potrò fare tantissime foto armato di zaino, bastoncini e scarponi. E' stata una esperienza particolare, forse estrema, ma che mi ha segnato profondamente.

Un ultimo consiglio per coloro che vogliono correre questa skyrace: non si tratta di un percorso semplice e anche le persone più esperte possono farsi male come è capitato al sottoscritto o anche peggio come, la sfortuna ha voluto per Giuseppe. Evitate di bloccare il passo di chi vi è dietro se vedete che questo va più veloce di voi, l'agonismo si sa prende il sopravvento e si prova quindi a superare appena si apre un varco ma non è un sentiero che lo permette con estrema facilità. La scivolata è sempre in agguato e quindi per la vostra e l'incolumità altrui è bene pensarci. Gli ultimi 14 km poi sono molto tecnici quindi state attenti a buttarvi a capofitto in discesa soprattutto se non siete abituati a questo tipo di percorsi.

Le Skyrace, le Skymarathon, il Vertical Km o anche le UltraTrail [scusate il termine miei cari francesi dal copyright facile] non sono corse adatte a tutti soprattutto a chi crede di trovarsi per strada. Al primo posto va sempre messa LA SICUREZZA DEGLI ALTRI e solo successivamente il vostro Spirito Agonistico. Ricordatevelo

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