domenica 13 luglio 2008

6° Ecomaratona del Ventasso



era il 9 Luglio 2006 e l'Italia giocava la finale del Campionato Mondiale. Ero appena tornato da un piccolo paesino dell'Appennino Reggiano (Busana) ed ero stanco si, ma felice. Felice perchè dopo 1 mese e mezzo dalla prima volta che avevo messo un paio di scarpe da running ai piedi, avevo percorso la mia prima maratona... pardon ECOmaratona

ed ero così entusiasta, distrutto ma felice di aver corso il Ventasso

è il 13 Luglio 2008, e dopo due anni sono nuovamente a Busana.
2 anni di esperienza, qualche maratona, un po' di corse in montagna e tanti ricordi; ricordi di unione, festa paesana, splendida organizzazione e tanta sofferenza sul percorso.

Il Sabato è stato semplicemente splendido, una cornice stupenda con tantissimi volontari (stupendi volontari), che ti stanno vicini e ti coccolano nel miglior modo possibile. In fondo l'ecomaratona del ventasso è, per le persone del luogo, la FESTA DELL'ANNO. Ovunque trovi giovani e anziani che ti accolgono con gioia.
E, come accadde due anni fà, il buon Vincenzo, insieme alla Rosy e allo speaker (veramente in gamba oserei dire) informano e danno le necessarie avvertenze sul percorso del giorno dopo. E quando Vincenzo puntualizza più volte sul fatto che questa è una Ecomaratona mi si apre il cuore. Qui vige la regola del "NON ABBANDONARE I RIFIUTI" come più volte menziona al microfono.
Raccomandazioni sulle scarpe da usare, raccomandazioni sulla difficoltà del percorso, raccomandazioni verso i maratoneti cercando di imprimere nelle loro menti il fatto che le loro tabelle, i loro lunghi, le loro medie al km QUI non hanno motivo di esistere.
MI SENTO A CASA, un mondo diverso dalla corsa su strada, un mondo dove non è il passo che fa la differenza ma la "sensazione".
E come dimenticare i numerosi Spirito Trail finalmente legati a tratti somatici piuttosto che a un nick name.

Mi sono dilungato troppo forse ma del resto la parte secondo me più bella di questa manifestazione è l'Atmosfera che si respira, che la rende unica. E con questa piacevolissima sensazione si arriva finalmente alle ore 8.30 della domenica mattina

Non parlerò della mia prestazione perchè non ne sono molto entusiasta: ho migliorato di 22 minuti la precedente prestazione ma una colazione sbagliata, gli sbalzi termici nell'attacco al ventasso, il successivo conito di vomito nei pressi del lago per la congestione rimediata e la difficoltà di alimentarmi nei successivi ristori mi hanno certamente limato.

Parlerò invece di un percorso che spesso viene sottovalutato ma che fa pagare il conto tutto insieme.
La partenza è tra gli applausi del pubblico che ti seguono per tutto il giro del paese, poi si comincia.
Un sentiero con continui saliscendi (mangia e bevi come li chiamano alcuni) ci accompagna tra Busana e Cervarezza (circa 6 km). Simpatica è l'iniziativa proposta dagli organizzatori che regalan,o ai primi 3 che passano sotto il traguardo di cervarezza ai rintocchi delle campane alle ore 9, una cassa di bottiglie di vino.

Da qui si affronta un tratto asfaltato fino a raggiungere il ristoro del Camping. Un trio di musicanti Iralndesi ci accolgono con lo splendido suono delle cornamuse (molto carina la ragazza che suonava). Breve ristoro e poi si affronta un tratto in leggere salita pedalabile seguito da una discesa costante fino a Busana (siamo a 11 km)

La discesa continua e attraverso il bosco e attraversamenti di ruscelli ricomincia a salire, prima con fare molto lieve fino a Nismozza e poi rincarando la dose fino alla vetta del Ventasso. E' quello che viene chiamato "il tirone" e rappresenta sicuramente il primo momento in cui gli stradaioli devono fare i conti con le loro tabelle e i loro riferimenti. Dal Ventasso comincia una discesa su sassaiola che porta ad uno splendido lago da cui comincia la seconda, tremenda anche se corta, salita che finisce di distruggere i sogni degli amanti del 3.30/4.00 al km

Il panorama in questo tratto da il meglio di se e accompagna i runners nella discesa che porta al ristoro del 27°km.

La stanchezza si fa sentire e i successivi 4 km di asfalto possono essere di respiro per alcuni o di sofferenza per altri

Ma alla fine una deviazione a sinistra ti riporta su terreno che scendendo giunge a Montemiscoso. Un breve sosta e poi cominciano gli ultimi, lunghissimi, 12 km.
Un saliscendi continuo che dopo 8 km e un po' di scalini ti riportà al ristoro del Camping incontrato al 6° km

Ok, da qui gli ultimi 4 km sono già conosciuti perchè ripercorrono un tracciato già fatto ma vi assicuro che affrontarlo con 6 km sulle gambette o con 38 km fanno tutta un'altra impressione

Volendo fare le somme alla fine sono giunto al traguardo stremato (più per il malessere fisico che non per la fatica), ho coinvolto la mia ragazza, suo padre ed un amico che hanno amato immediatamente questo genere di corse ringraziandomi per aver loro fatto conoscere questo modo di vivere la corsa ed infine ho conosciuto nuovi amici e incontrato vecchie conoscenze.

sono stati si 42.195 mt (circa 7.500 mt di asfalto) e con un dislivello di +2.062 mt/-2.062 mt

ma la cosa importante è che

sono ancora oggi entusiasta, distrutto ma felice di aver corso il Ventasso

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